sabato 23 ottobre 2010

BANCHIERI DI FAMIGLIA


Come Giulio Tremonti spesso afferma, il rischio paese dell'Italia è più contenuto rispetto ad altri perchè, pur elevato l'indebitamento pubblico, lo è assai meno quello privato. A tal proposito il Sole del 9/10/10 (Il ceto medio sul filo dei risparmi di Valerio Castronuovo) così recita: " E' bensi vero che da noi il ceto medio ha continuato ad essere un popolo parsimonioso di formiche, di risparmiatori: tant'è che questa su propensione spiega non solo come l'Italia abbia tenuto in tempi di prolungata recessione, ma anche come, avendo modo di contare sull'aiuto dei propri familiari, molti giovani abbiano potuto e possano tuttora rimanere inoccupati o arrangiarsi con attività precarie".
La chiosa dell'autore è in una didascalia: "Solo la capacità di accumulare capitali ha permesso di mantenere il livello di vita precedente. Ma non durerà a lungo".

Ancora il Sole (20/10/10 Il debito ? Garantiscono le famiglie), dalla penna di Marco Fortis, afferma che, ancor meglio del PIL, è proprio l'accumulo della ricchezza privata a sostenere il bilancio pubblico. Sistemi contabili più approfonditi della situazione-paese, consentirebbero di fotografarne lo stato di salute più fedelmente. E sulla base di essi, Italiani e Belgi, meno indebitati di altri non sarebbero più fra le pecore nere di Eurolandia.

La solida famiglia risparmiatrice d'Italia è però minata alle fondamenta da diversi fattori. Uno di essi, in continua crescita, negli anni recenti ha assunto proporzioni vertiginose. L'Istat lo studia etichettandolo come "instabilità coniugale". L'ultimo bollettino statistico su "separazioni e divorzi in Italia" si riferisce all'anno 2008 ed è uscito il 21/7/10. Le separazioni sono state 84.165 e i divorzi 54.351. Rispettivamente + 61% e +101% (praticamente il doppio) rispetto al 1995. In un contesto in cui i matrimoni sono in calo, questi aumenti sono quindi effettivamente imputabili alla maggiore "propensione alla rottura dell'unione coniugale".


Quello in cui viviamo è un contesto sociale in cui comincia a diventare statisticamente più evidente anche l'infedeltà dei clienti verso la propria banca. Il "Consumer Market Scoreboard" dell'Unione Europea rileva nel 2009 una percentuale di "turnover" del 13,1% contro il 9,5% del 2008. Ben oltre il dato fisiologico medio del 7-8% fornito dal sistema bancario.

Addentrarmi più approfonditamente nei fenomeni psicodinamici di massa non è mestiere mio, nè è nelle finalità del blog. Nel decennio segnato dalle due grandi crisi economico-finanziarie (2002 bolla internet e Torri Gemelle, 2008 bolla subprime e caso Lehman), è assodato comunque che gli Italiani cambiano più facilmente e lo fanno su "vasta scala" dal coniuge alla banca !

Una comprensibile variabilità di pensiero nel corso degli anni è divenuta quel fenomeno più accentuato che è una repentina volubilità di intenti. Causa-effetto degli altri fattori che impattano sulla famiglia (casa, lavoro, sanità, scuola....), essa nuoce alla stabilità di quella che abbiamo visto essere la grande fabbrica italiana del risparmio.Perciò la moderna "pianificazione finanziaria" deve essere parte integrante di una più ampia consulenza alla famiglia. Sostegno che il legislatore stesso ritenne di dover dare, pur con una vision limitata e con i mezzi ahimè perennemente risicati dello Stato, introducendo nel 1975 il cosiddetto "consultorio familiare" presso le ASL.

Casa, sanità, istruzione scolastica, previdenza, tutti gli altri campi ove si registra il progressivo abbandono del welfare pubblico e che necessitano di una corretta "pianificazione finanziaria", altresì la consapevolezza dell'ormai metabolizzata erosione dei salari nell'era dell'euro, saranno il banco di prova della professionalità del "banchiere di famiglia".
Obiettivi "lunatici", programmi "alla moda", influenzati dal consumismo mordi e fuggi dell'era digitale, potranno trovare rimedio nel post-vendita di qualità ove sia costante il monitoraggio e la manutenzione delle scelte d'investimento intraprese.
Un piano d'accumulo, finanziario o previdenziale, dovrà prevedere, già alla sottoscrizione, il suo tagliando periodico come è ormai prassi consolidata fra clienti e case automobilistiche.
La vendita del terzo millennio, nonchè la finalità sociale di un marchio (il F.B.) dedicato alla grande fabbrica italiana del risparmio, impongono, come sappiamo, il "io vinco-tu vinci" col cliente. La grande sfida sarà proiettare questo obiettivo dal "tempo zero" della firma, al "t con enne" deciso dalla fedeltà ai programmi e semmai dal destino. Mai dalla "lunaticità" e l'insofferenza che accentuano la velocità percepita del vivere moderno. Che perciò a taluni appare finanche un vivere fatuo !

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