Un lettore d'eccezione, VincenzOne De Angelis, di cui mi vanto di aver tenuto a battesimo l'altrettanto famoso nomignolo (Sire), mi ha mandato le slides di una riunione di inizio anno che prendono spunto da un bell'articolo davvero di Focus (N.ro 204, ottobre 2009).Tant'è il risalto, che le "Tre chiavi del Successo" sono il dossier e la copertina di quel numero. Secondo Focus (che chiama a conferma vari esperti) il talento innato non esiste, ma tre sarebbero i fattori che lo coltivano e lo influenzano: 1) l'impegno 2) la famiglia 3) il caso.
Anche se la conformazione fisica e un certo talento "naturale" influenzano le capacità dei primi anni di vita o avviano a determinati sport, gli studi più recenti in campo psico-sociologico attestano che lo sviluppo dei propri talenti intellettuali o fisici è il vero fattore determinante. Secondo lo svedese Karl Anders Ericsson non si può dire che alcuni non abbiano talento in qualcosa, ma è una questione di tempo, motivazione e obiettivi personali. La ricerca scientifica ha evidenziato nell'impegno e i suoi ingredienti (dall'autodisciplina alla fatica) un fattore determinante e addirittura quantificabile.
La regola delle "10.000 ore" di applicazione, senza le quali non ci si avvicina a prestazioni di eccellenza.Non pensate solo allo sport. Winston Churchill, ad esempio, oratore carismatico del XX secolo, provava i suoi discorsi allo specchio per ore e ore.
Il secondo fattore esaminato è la famiglia. Statistiche precise testimoniano quanto l'appartenenza familiare e sociale influenzino il successo partendo dalla predisposizione mentale dei genitori a loro volta condizionati da cultura, livello di vita, reddito.
Famiglie di fascia medio/alta sono più portate allo sviluppo dei "talenti naturali" dei figli attraverso svariate attività nello studio, sport, tempo libero. Nelle famiglie meno avvantaggiate i genitori invece tendono a soddisfare esclusivamente la sfera dei bisogni. L'incoraggiamento infatti amplia l'autostima e la visione del proprio futuro.
Il terzo fattore è il caso: essere al posto giusto al momento giusto. Viene menzionata la storia di Bill Gates che ad appena 13 anni usufruì della lungimiranza della sua scuola, la Lakeside School di Seattle, che già nel 1968 aprì un laboratorio di informatica realizzato in parte con i soldi raccolti dalle famiglie. Accumulate ore e ore di esperienza, anni dopo Bill Gates ammise di aver casualmente potuto approfittare di applicazione e familiarità col software e la programmazione, cose assolutamente non comuni per gli scolari di quell'epoca.
Focus aggiunge una serie di atteggiamenti giusti , satelliti dei tre fattori principali, sui quali ugualmente occorre fare tanto allenamento. Contano innanzitutto le proprie aspettative sul domani che influenzano motivazione e obiettivi. Occorre essere predisposti all'ottimismo, consapevoli delle proprie capacità superando il "blocco della paura".
Anche qui torna fondamentale esercitarsi tanto e assiduamente. L'efficacia porta alla costante percezione di quelle emozioni positive che accompagnano il raggiungimento di un fine, un obiettivo. Occorre inoltre imparare a padroneggiare i propri stati d'animo per riprendersi in fretta dalle negatività.
E' fondamentale lo sviluppo dell'autostima che trova uno stimolo fondamentale nella disciplina. E' importante imporsi impegni e obiettivi via via crescenti, partendo da quelli più facili, affinchè si acquisisca l'abitudine a portare a termine i compiti che ci si è prefissati. Aiuta moltissimo avanzare per gradi partendo dai gradini più semplici per quantità e complessità.
Così si conclude l'articolo che VincenzOne ci invita a leggere: prendendo spunto dal "fare", toccando temi come impegno, autostima e disciplina, apre una profonda introspezione in se stessi e nell'essere.
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VincenzOne De Angelis ha trasformato l'articolo in pratiche slides che fanno da "imprinting" ai concetti fondamentali. Le trovate nell'area riservata !
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