Ero in Divisione giorni fa, quando nel break vidi il nostro Mariano Esposito alle prese con un libricino del suo corso di laurea. Il titolo era “Teorie del capitale sociale”. Incuriosito mi fermai a fare due chiacchiere e, mentre Mariano parlava, estrassi il mio taccuino perché l’argomento si faceva via via più interessante. Ne nacque una specie di intervista.
Mariano mi parlò di Pierre Bourdieu, filosofo e sociologo francese (1930-2002) e della sua teoria sul capitale. Riassumendo, potremmo dire che Bourdieu vada addirittura un pò oltre Marx, distinguendo quattro forme principali di capitale:
1) Capitale economico, come comunemente intendiamo denaro, beni ecc.
Mariano mi parlò di Pierre Bourdieu, filosofo e sociologo francese (1930-2002) e della sua teoria sul capitale. Riassumendo, potremmo dire che Bourdieu vada addirittura un pò oltre Marx, distinguendo quattro forme principali di capitale:
1) Capitale economico, come comunemente intendiamo denaro, beni ecc.
2) Capitale sociale, quello dato dalle relazioni, al giorno d’oggi potremmo dire dal “networking”
3) Capitale culturale, comprendente lingua, letteratura, storia , usi e costumi, finanche il gusto, la cucina, la moda
4) Capitale simbolico, cioè simboli e concetti rappresentativi dell’individuo o un’intera società (la reputazione, il rispetto, l’onore ecc.) e le loro componenti “mediatiche”
I vari “capitali” secondo Bourdieu sono intercambiabili e questo è più facilmente percepibile nella società moderna. Prendiamo solo l’esempio più evidente: la montagna di soldi che vale il “networking” globale (Facebook, Google ecc.) !
Mentre conversavamo, mi collegai mentalmente al nostro lavoro, la nostra azienda. A come il capitale sociale e quello culturale abbiano prodotto in tempi relativamente brevi un capitale economico rilevante.
Considerazioni che, metabolizzate dopo qualche giorno, mi portano a pensare al futuro del “Venditore Meraviglioso” e della sua specie.
A come questo mestiere, dalla nascita, possa essere intrapreso minimizzando l’influenza che esercitano sull’individuo le “differenze di classe” (anche di questo si occupò Bourdieu) e la disponibilità economica.
Penso a quante “giornate informative” ho tenuto, ai colloqui, pure a Jeffrey Gitomer. Il guru con.... la pelata è solito dire più o meno: da qui all’anno prossimo, il gradino dove arriverai dipende dai libri che leggerai e quante e quali persone incontrerai.
E penso a quanto può essere grande il capitale simbolico, almeno come lo intendiamo noi. Il senso di appartenenza e lo spillino ad esempio. Le Convention, la legge dei "3 Sì", "Piccolo Fratello". Il rispetto che va ben oltre quello "deontologico" perchè è il rispetto assoluto per gli altri, in primis i più deboli.
3) Capitale culturale, comprendente lingua, letteratura, storia , usi e costumi, finanche il gusto, la cucina, la moda
4) Capitale simbolico, cioè simboli e concetti rappresentativi dell’individuo o un’intera società (la reputazione, il rispetto, l’onore ecc.) e le loro componenti “mediatiche”
I vari “capitali” secondo Bourdieu sono intercambiabili e questo è più facilmente percepibile nella società moderna. Prendiamo solo l’esempio più evidente: la montagna di soldi che vale il “networking” globale (Facebook, Google ecc.) !
Mentre conversavamo, mi collegai mentalmente al nostro lavoro, la nostra azienda. A come il capitale sociale e quello culturale abbiano prodotto in tempi relativamente brevi un capitale economico rilevante.
Considerazioni che, metabolizzate dopo qualche giorno, mi portano a pensare al futuro del “Venditore Meraviglioso” e della sua specie.
A come questo mestiere, dalla nascita, possa essere intrapreso minimizzando l’influenza che esercitano sull’individuo le “differenze di classe” (anche di questo si occupò Bourdieu) e la disponibilità economica.
Penso a quante “giornate informative” ho tenuto, ai colloqui, pure a Jeffrey Gitomer. Il guru con.... la pelata è solito dire più o meno: da qui all’anno prossimo, il gradino dove arriverai dipende dai libri che leggerai e quante e quali persone incontrerai.
E penso a quanto può essere grande il capitale simbolico, almeno come lo intendiamo noi. Il senso di appartenenza e lo spillino ad esempio. Le Convention, la legge dei "3 Sì", "Piccolo Fratello". Il rispetto che va ben oltre quello "deontologico" perchè è il rispetto assoluto per gli altri, in primis i più deboli.
1 commento:
Leggere mette in moto tutto dentro noi: fantasia , emozioni , sentimenti. E' un'apertura dei sensi verso il mondo, è un vedere e riconoscere le cose che ci appartengono e che rischiano di non essere viste, fà scoprire l'anima delle cose. Leggere significa trovare le parole giuste, quelle perfette per esprimere ciò a cui non riusciamo a dare forma. Trovare una descrizione a ciò che facciamo fatica a riassumere. Nei libri le parole degli altri risuonano come un'eco dentro di noi, perchè c'erano già. F.V.
Posta un commento