sabato 5 marzo 2011

I CONTI IN TASCA AL SIGNOR...NESSUNO !

Sai ched’è la statistica?
È ’na cosa che serve pe’ fa’ un conto in generale de la gente che nasce,
che sta male,che more, che va in carcere e che sposa.
Ma pe’ me la statistica curiosa è dove c’entra la percentuale,
pe’ via che, lì, la media è sempre eguale puro co’ la persona bisognosa.
Me spiego: da li conti che se fanno secondo le statistiche d’adesso
risurta che te tocca un pollo all’anno: e, se nun entra ne le spese tue,
t’entra ne la statistica lo stesso perché c’è un antro che ne magna due.
(Trilussa)

Anni fa davo al mio lavoro un’importanza più tecnica che relazionale. Mi spiego con un esempio: ero solito utilizzare Excel assai più di adesso per analisi ed elaborazioni statistiche di indici, fondi ed altri prodotti. Un giorno mi applicai alla performance media di quelle che fra le nostre gestioni assicurative di allora prevedevano una grande novità: non più il tasso tecnico ma, un vero e proprio minimo garantito. Salvatore Pierro, colui che sarebbe diventato il nostro Divisional, guardò il mio foglio, tanto interessato, quanto perplesso. Maggi, mi disse, fra tanti numeri e soprattutto tante medie sei riuscito ad estrarre un solo dato certo: il rendimento che nessun cliente incasserà mai per davvero !
Rimastoci un po’ di sale, lì per lì, potetti solo “incartare” l’arguzia di Salvatò. Quell’osservazione invece sarebbe divenuta poi un grande insegnamento per incontrare efficacemente il mercato acquisito e potenziale. Soprattutto per valutare e confrontare coi clienti le performances riportate dalla carta stampata, quelle percepite attraverso la pubblicità, rispetto a quelle concretamente realizzate nei tempi e con le modalità di effettivo possesso, ad esempio di un fondo comune.
Acquisita dunque l’intima convinzione che imbattersi nel mitico “pollo di Trilussa” sia tutt’altro che astrazione, ho approcciato professionalmente in tempi più recenti iniziative come “Conti correnti a confronto” di Pattichiari. Sicuramente pregevoli dal punto di vista dello sforzo che enti ed istituzioni possano mettere in atto per consentire ai consumatori bancari un più agevole orientamento fra le offerte. Orientamento che, ahimè, può essere solo statistico e quindi afflitto dalle trilussiane controindicazioni che Salvatore osservò. Arrivo dunque all’attualissimo I.S.C., Indicatore Sintetico di Costo, per la precisione quello che riguarda i conti correnti, partorito dal provvedimento della Banca d’Italia del 29 luglio 2009 dal titolo “Disposizioni sulla trasparenza delle operazioni e dei servizi bancari e finanziari. Correttezza delle relazioni tra intermediari e clienti”. Individuati 7 profili statistici di utilizzo, da cui sei tipologie di conto “a pacchetto” ed una “a consumo”, ognuno col suo numero medio di operazioni annue (per cui, ad esempio, un pensionato con operatività bassa ne effettuerebbe 124), ne viene fuori l’ISC, un indicatore che in’unica cifra somma le voci di costo del conto corrente, distinguendone il canale principale di utilizzo (sportello oppure online). La guida esplicativa pubblicata dall’ABI, Associazione Bancaria Italiana (cliccate qui), opportunamente chiarisce che l’Indicatore Sintetico di Costo per forza di cose si riferisce a profili di utilizzo standardizzati e perciò può non corrispondere al costo effettivo. Nel caso lo scostamento finale fosse considerevole, andrebbe rivista la scelta della tipologia di conto e...punto a capo ! :-)
Per ridurre quanto più possibile il divario fra statistica e realtà, la normativa prevede stavolta che il cliente fruisca dell’ISC con duplice modalità temporale. Quella all’origine del rapporto, ex ante, attraverso il Foglio Informativo e il Documento di Sintesi e quella ex post, con l’estratto conto di fine anno che vede fra gli allegati un nuovo documento: il Riepilogo Spese.
Pur comprendendo il ventaglio delle voci di costo sia fisse che variabili, il nuovo indicatore introdotto, non contempla l’imposta di bollo (€ 34,20 anno), né gli interessi eventualmente applicati, sia attivi che passivi. Alcuni istituti, in particolare le Banche di Credito Cooperativo, mettono a disposizione della clientela addirittura il file Excel che fa da motore di calcolo dell’ISC. Ad esempio, trovate qui il file messo a disposizione sul sito della B.C.C. di Castenaso in provincia di Bologna (http://www.castenaso.bcc.it/).
Può la tecnologia, può un foglio elettronico aiutare il cliente a districarsi fra i numeri, fra la documentazione di sintesi e di dettaglio e ad operare la scelta migliore ? Lo dissi ai primi passi di questo blog: il suo intento è di indurre spunti di riflessione resistendo all’umana tentazione di addurre conclusioni !
In America è molto popolare un libro di Andy Kessler (Eat People, Unapologetic Rules for Entrepreneurial Success), secondo il quale la tecnologia mangerà sempre di più posti di lavoro, finanche quelli dei “colletti bianchi”.

Negli USA quindi sarebbero a rischio non solo postini, agenti di viaggio e stock brokers ma addirittura medici e avvocati. Ne ha parlato il Sole 24 Ore in edicola sabato 19 febbraio (pag. 5): cliccate qui per vedere un sunto dell’articolo pubblicato online. Si salveranno gli innovatori, professionisti e aziende che creano valore aggiunto senza limitarsi a spostarlo dal luogo di produzione a quello di fruizione perché per quello potrebbe bastare un semplice pc. Cassieri contro bancomat è ormai una sfida dall’esito segnato. Assai meno scontato l’esito su chi meglio assisterà il cliente del terzo millennio a gestire prima l’emotività e poi la razionalità. Bombardata da milioni di bit, la mente dell’uomo dovrà essere sapientemente accompagnata dalle mappe della sintesi fino al dettaglio e viceversa. (Maggiorino Guida, riproduzione riservata)

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