lunedì 6 settembre 2010

L'ALAMBICCO DELLE EMOZIONI

Dale Carnegie, che d'ora innanzi in questo blog chiameremo "il Maestro", riteneva paura e ansia le principali emozioni che ostacolano la felicità dell'uomo. Come battuta di spirito aggiungo che, a mio avviso, esse sono afflizioni soprattutto....virili !
Infatti, ancestralmente, paura del rifiuto e ansia da.... prestazione colpiscono in particolare noi maschi, impegnati per clichè a far la prima mossa con le donne dall'approccio all'amplesso ;-)

Bastassero da sole la paura e l'ansia. Esse, purtroppo nutrono l'abitudine "autoprotettiva" a procrastinare e, nel campo relazionale, si legano ad una naturale diffidenza verso gli sconosciuti.
Molto ha contribuito la dialettica del "divieto e castigo" con cui siamo stati educati da bambini (no !, così non si fa !, non importunare....). Idem il consiglio a non dar retta a chi non conosci.

Quando divenni alto abbastanza per sbirciare attraverso lo "spioncino" della porta di casa, ricevetti queste consegne nel caso mi fossi trovato da solo: 1) bussava una faccia conosciuta, parola d'ordine "chi è ?". Se la risposta collimava con l'identità presunta, potevo aprirgli 2) faccia sconosciuta, la "procedura" imponeva quasi di trattenere il respiro, mantenere il silenzio assoluto, ignorare la bussata.....

Un approccino decisamente "militaresco" con il prossimo tuo, vi pare? E così, come me, tantissimi altri nell'infanzia hanno sviluppato abitudini non proficue per le relazioni.
Dall'armadietto del pronto soccorso, qual è il rimedio più semplice e rapidamente disponibile ? Nientepopodimeno che il coraggio !
Forse non tutti sanno che il coraggio è una virtù quasi mai spontanea, ma più spesso autoimposta. Imporsi il coraggio porta a svilupparne l'abitudine.

Un altro mito della letteratura di vendita, Augustine "Og" Mandino, nel suo bestseller "Il Più Grande Venditore del Mondo" così recita: Solo un abitudine può domarne un'altra.....Costruirò buone abitudini e diventerò loro schiavo.
Inoltre, più in generale, tornando al Maestro Carnegie, egli sin dagli anni 30 ha attentamente studiato caratteristiche e benefici del comportamento "assertivo".
L'assertività che possiamo definire "terza via" fra un comportamento aggressivo e uno passivo, più facilmente descrivibile per quello che non è, piuttosto che per una serie di caratteristiche elencabili, è la strada praticabile verso l'equilibrio. Migliorando non solo l'autostima ma anche la comprensione delle ragioni degli altri, nei quotidiani negoziati della vita.

Mi fermo qui per ora. Ogni post ha l'intento di essere "stuzzichino" dell'umana curiosità di ogni lettore. Torneremo presto a parlare di "assertività". Gli spunti del blog saranno ripresi via via, aumentando, per quanto è nelle mie possibilità, la profondità descrittiva.

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