Nel polverone scatenatosi sul nuovo rischio "derivati" per le banche e il sistema finanziario globale, nonchè sull'intero mondo della cosiddetta finanza "creativa" (vedi l'inchiesta uscita a puntate sui numeri de Il Sole 24 Ore di questa settimana), si accende il faro sulla potenziale pericolosità degli ETF (Exchange Traded Funds). "Spettro ETF sulle banche europee" è il titolo dell'articolo odierno che Il Sole rende disponibile online (clicca qui).
Sempre oggi in edicola l'inserto settimanale Plus 24 la cui copertina è ancora più esplicita: "ETF, Maneggiare con cura". Osannati per anni quale convenienza dell'investimento "indicizzato" rispetto a quello "gestito" (in particolare per trasparenza, economicità ed assenza di "conflitti di interessi" fra mercati e distribuzione), la sempre maggiore diffusione degli ETF "sintetici" o "swap based" avvenuta in tempi recenti li rende in alcuni casi assimilabili a strumenti derivati di non trascurabile complessità e conseguente pericolosità. Eppure ricordiamo come la stessa Borsa Italiana fino a poco tempo fa ne suggerisse l'utilizzo per il PAC "fai da te" con una monografia ad hoc il cui titolo era molto rassicurante "Le opportunità di un PAC in ETF" (il file in pdf è ancora disponibile sul sito dell'ADUC a quest'indirizzo: http://old.investire.aduc.it/allegati/61429-PACinETF.pdf). Una "New Bank" assai nota reclamizza sul suo portale di essere "il primo ETF center d'Italia". Jeremy Siegel, il "guru" americano dell'investimento in borsa di lungo termine, riserva agli ETF e affini ampio risalto nel suo notissimo libro "Stocks for the Long Run" (nella 4a edizione distribuita negli USA vedi ad esempio il capitolo 15 "The rise of exchange traded fund, index futures and options"). Gli ETF inoltre sono il "cavallo di battaglia" della cosiddetta "consulenza indipendente" e di molti seminari ad essa ricollegabili. Cosa dire ai nostri lettori ? Questo blog per impostazione aborrisce ogni "guerra di religione" e gli stessi titoli dei post vogliono spesso essere una battuta di spirito e non una chiosa. Nella filosofia cartesiana del "Cogito ergo sum", ci sforziamo di evitare le conclusioni per dogma, imponendo il dubbio metodico/scientifico alle nostre stesse conclusioni. Del resto, la vita insegna. Chi di voi nel corso degli anni non ha mai cambiato opinione ?
Anni fa una conversazione col collega Mauro Sbergamo. Gli parlavamo degli ETF avendone sperimentato la complessità fiscale, ritendola quasi un artificio contabile prodotto dal legislatore (provare per credere quanto il 12,50% sia meno "innocente" di quanto sembri soprattutto in tema di plus e minus). Mauro era in netto anticipo rispetto ad oggi perchè sottolineava il rischio derivante dall'assenza di un vero, libero mercato fra le parti. La presenza di un "market maker", a garanzia di quotazioni denaro/lettera in continua, poteva a suo avviso rappresentare tutt'altro che un mercato "efficiente", bensì l'occhio indiscreto e inquietante...del "Grande Fratello" del business !(Maggiorino Guida, riproduzione concessa citando la fonte e l'autore)
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