domenica 24 luglio 2011

SUOR GUGLIELMINA

E' da piccolo che sei abituato ad avere un capo, come fosse già una specie di supervisore, un coach. I primi obblighi che ti hanno assegnato sono stati all'inizio una serie di mansioni "sociali" e convenevoli da rispettare (mangia, lavati, come si dice ? Grazieeee...), poi via via sono arrivati i "compiti". Dall'infanzia hai quasi sempre avuto accanto a te qualcuno ad orientarti, spronarti, pure rimbrottarti (hai mangiato tutto tutto ? hai fatto i compiti ?). Quanto possano diventare al contempo complesse o semplici le cose più naturali ,è l'ironia, forse pure il bello della vita. Alzarti all'impiedi, camminare, allacciarti le scarpe, dalla nascita alla vecchiaia, sono un esempio illuminante di un diverso grado di difficoltà che possiamo definire "parabola esistenziale". Prendi me. Da buona forchetta in età adulta, da bambino mi raccontano che soffrissi della tipica "inappetenza" dell'infanzia.

Tanto naturale è la variabilità delle stagioni della vita, che puoi sorridere, scherzarci su, ma di sicuro non ti meravigli. Vivissimo ho il ricordo di una giornata di prima elementare, in refettorio. Affinchè non bleffassi confondendomi nella massa degli scolaretti a mensa, Suor Guglielmina, una monaca robusta e arcigna, col piglio di quel tizio che è la pubblicità di "Mastro Lindo", mi mise a mangiare da solo su un banchetto separato dagli altri. Mi tagliò la cotoletta alla milanese in tanti piccoli bocconi, mi mise in mano la forchetta e si sedette di fronte a me a braccia conserte.

Che tipo, Suor Gugliemina ! Saranno trascorsi forse 45 anni da allora, ma il ricordo di quei bocconi, uno ad uno, è per me ancora vivissimo. Solo molti anni dopo sarebbe stata studiata la "Sindrome di Stoccolma" (rapina alla Kredietbanken, 1973), quella sudditanza psicologica del'ostaggio verso il suo sequestratore che sfocia addirittura nella simpatia, nell'alleanza emotiva e talvolta nell'innamoramento. Io divenni infatti suddito e addirittura simpatizzante di Suor Gugliemina. Contavo i bocconi uno ad uno, scandendoli ad alta voce, come fosse una numerazione. Provavo ad arruffianarmela, unendo i compiti della pappa con quelli della matematica, ma sempre tutto tutto dovetti mangiare sino all'ultimo boccone e non senza difficoltà. Suor Guglielmina tosta come l'omone della pubblicità tv non si commosse e non fece sconti . Allora si alzò dalla seggiola quando il piatto fu vuoto. Ed oggi l'analogia che faccio è con le aziende commerciali, più direttamente con quelle "piramidali".

Strutture di questo tipo meglio rescono ad affrontare le crisi e le conseguenti fasi di transizione perchè, avendo un adeguato middle management, più agevolmente fanno combaciare la teoria della "mappa" con la quotidianità del "territorio", le righe del bilancio con le statistiche di performance del singolo venditore. Se sei un commerciale pure tu e hai un capo, un supervisore, un rompiballe per meglio intenderci, abbracciatelo come fosse la tua balia...o la tua badante.

Ogni attività della vita, anche l'impresa più complessa, l'abbiamo già scritto, inizia sempre con un "compitino". E lì è vitale che tu non sia da solo. Forse non te ne rendi conto, a maggior ragione da adulto e vaccinato. Sbuffa pure se ciò ti fa star meglio, ma ritienti fortunato se hai accanto pure tu una specie di "Suor Guglielmina" che ti controlli e ti covinca con le buone o le cattive a completare dall'inizio alla fine quanto ti eri ripromesso di fare !

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