Ne ho giusto uno sulla mia scrivania. Sfoggia il logo di una nota azienda bancaria francese. Cos'hanno di indipendente le cosiddette "società di consulenza indipendente" che ti invitano ai loro seminari ? Dopo la crescente "impopolarità" degli ETF, tempi addietro troppo ingenuamente osannati per economicità e...trasparenza, vedi ad esempio Plus 24 di sabato 5 novembre a pag. 8, ora la "consulenza indipendente" cavalca l'onda dei certificates. E' quello l'argomento in voga presso i tanti seminari di cui dicevamo. Quant'è consapevole la consulenza su un prodotto della "finanza creativa" che vede il "market maker" fare il bello o il cattivo tempo, all'occorrenza ? Così recita in proposito il sito di un primario emittente di certificates ed altri strumenti derivati: l'emittente deve rispettare determinati vincoli di solidità patrimoniale e deve assicurare agli strumenti emessi elevata liquidità sul mercato; adempie quest'ultimo obbligo svolgendo o delegando ad un altro soggetto, generalmente appartenente allo stesso gruppo bancario, l'attività di market maker. Il market maker assicura la liquidità sul mercato esponendo in via continuativa prezzi denaro e prezzi lettera per tutti i certificates dell'emittente durante l'orario di negoziazione.
Basta prendere un testo di "fondamenti di microeconomia", per comprendere come l'intervento di un soggetto dominante, esterno ad un mercato, sia distorsivo della legge elementare della domanda e dell'offerta, fino a modificarne il prezzo di equilibrio. E allora, cari lettori, mentre s'invoca da più parti il ritorno all'etica di mercato attraverso la supremazia dell'economia sulla finanza, ditemi voi di quale consulenza e indipendenza stiamo parlando. E soprattutto, qual è il reale vantaggio per il cliente rispetto ai canali tradizionali di promotori e sportelli... (Maggiorino Guida, riproduzione riservata)
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