Non so quanto vi spancerete dal ridere alla visione dell'ultimo film di Luca Miniero: "Benvenuti al Nord". Altresì, è soggettivo se vi divertirete più o meno rispetto al gemello "Benvenuti al Sud". La novità forse è un'altra: chi si occupa di aziende, gruppi di lavoro, finanche di vendita, potrà trarre utili metafore. Il "là" a questa insolita recensione... cinematografica mi viene da una domanda di Silvia Ottani : allora, Maggi, ci consigli di vederlo ? Un parere spassionato me l'avevano già chiesto in tanti, ma la curiosità di una collega mi ha riportato istantaneamente a chi sono e quel che faccio. Ebbene, in "Benvenuti al Nord" rispetto al precedente film, è più marcata la presenza del soggetto "azienda" (il cui marchio fa praticamente capolino ad ogni scena), anzi direi più "invadente" nella trama. Qui vengono gli spunti di riflessione per chi si occupa del "management" di un'azienda intera, o piuttosto quanti siano impegnati nell'"engagement" di persone e gruppi di lavoro. E' come se ci trovassimo di fronte ad un attore protagonista in più quindi nel film da pochi giorni nelle sale ma, già campionissimo di incassi (per andarci di sabato alle 21 ho dovuto prendere i biglietti il giovedì). Sulla metafora generale dell'eterno dualismo nord-sud non discuto, perchè è indiscutibile che ci sia ed abbia forse le sue ragioni. Del resto tutti hanno un proprio sud o un proprio nord, non solo l'Italia con Milano o Napoli, ma pure i Tedeschi, l'Europa stessa, il mondo intero. La filosofia taoista cinese, solo per fare un esempio, parla delle due polarità (Yin e Yang) che reggono l'universo, ma la corrente elettrica stessa è l'esempio scientificamente tangibile di una forza creata dalla diversità di due poli. Ebbene, commentavo con Silvia, stavolta l'attore in più è la grande azienda con i suoi clienti ma soprattutto, nel nostro caso, i suoi collaboratori. Anzi, di più: "Benvenuti al Nord" è quasi un "case story". Se guardiamo proprio il rapporto fra l'azienda e le persone che ci lavorano, possiamo dire, da un concetto di microeconomia, che è come fosse una "curva di indifferenza" (http://it.wikipedia.org/wiki/Curva_di_indifferenza). Prendete una rete di vendita, quella curva di indifferenza potrebbe essere il mix che esiste, ad esempio, fra gamma prodotti, qualità dei prodotti, entità delle provvigioni, qualità percepita del rapporto umano. Altro ancora di sicuro. Sbizzarritevi voi, cari lettori, a selezionare gli ingredienti per cui state e restate nell'azienda ove lavorate. Il perchè si chiami "curva di indifferenza" (in microeconomia viene tracciata in un sistema di assi cartesiani) è dato dal fatto che le possibili, numerose variazioni della miscela di fattori lasciano il soggetto indifferente, cioè stabile, nel suo grado di soddisfazione complessiva percepita. Dicevamo delle numerose combinazioni possibili, non infinite. Perchè ad un certo punto, cambiamenti più radicali (come stressare uno dei fattori rispetto agli altri) tracciano curve totalmente differenti, cioè un'azienda del tutto diversa da quella dove ancora credete di stare. Torniamo al nostro film e alla premessa. Ogni azienda, ogni team di lavoro, è un insieme di caratteristiche tangibili, traducibili in forma numerico/contabile, ma anche intangibili (come il valore percepito dello stare bene insieme, dei rapporti umani). Queste ultime, in alcuni casi, possono rappresentare paradossalmente molto più del "core business" dell'azienda stessa, a tal punto da prenderne il posto. Sì, clamorosamente, il vero "core business" può diventare negli anni la percezione diffusa di stare bene insieme: l'azienda, i suoi dipendenti/collaboratori e i clienti. Pure un tantino al di là della mera convenienza economica. Queste le riflessioni che "Benvenuti al Nord" potrebbe consegnare alla vita aziendale. Altresì, ovviamente, anche una nazione intera è una sorta di "curva di indifferenza", finchè resta tale. Quel campo non compete ai contenuti del blog. Qui affido allo Stato e alle sue istituzioni l'impegno politico, sociale e squisitamente costituzionale per assicurare il futuro più conveniente per tutti. Vi lascio alla visione del film dunque, cari lettori, avendone analizzato un filone sottile della trama, senza avervi tolto il sacrosanto gusto della sorpresa. Buon divertimento! (Maggiorino Guida, riproduzione riservata).
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