Lo conosci Michele Cimmino ? Gli portai un orologio cui sono molto affezionato, essendo un feticcio della mia gioventù, degli anni ruggenti per così dire. Avrete ormai quasi capito che Michele fa sia l'orefice che per l'appunto, l'orologiaio. Un modello tornato ancora attuale di cronografo digitale e a lancette, di una marca giapponese molto conosciuta, aveva smesso di funzionare e la causa non era la pila.
Michele si mise il "monocolo" del mestiere e lo aprì con i suoi ferretti. Tormentò l'orologio per una decina di minuti, si era quasi arreso a mandarlo in laboratorio perchè non aveva intenzione di riavviarsi. Poi prese un aggeggino elettrico, lo passò sul quadrante come fosse una spazzola magnetica e attese. D'incanto il cuore dell'orologio riprese a battere, si era resettato, disse Michele. E io escalamai che sarebbe stato molto bello se quell'affarino magnetico avesse potuto resettare pure le persone.
Ci pensai a lungo mentre andavo verso il bar ad ordinare dei caffè per Michele che non aveva voluto l'onorario. E pensai anche all'Accademia della Macina, all'iniziativa della nostra Divisione per un nuovo approccio con lo strumento principe dell'offerta dei promotori finanziari: il piano di accumulo capitale. Ero andato a vedere che aria tirava martedì scorso: c'erano pure un bel pò di colleghi veterani del nostro mestiere, che forse di piani d'accumulo avevano sentito parlare già migliaia di volte, e la faccia ne chiariva le alquanto scontate...aspettative!
Eppure nulla era uguale a prima, facciamo appena un anno fa. Prodotti nuovi, strumenti nuovi di analisi e presentazione, uno scenario economico finanziario del tutto inedito. Non mancava neppure un elenco già filtrato di clienti che erano privi di strumenti per la creazione di nuovo capitale. Bravo era stato pure il relatore-testimonial (non era uno dei soliti noti poichè veniva da fuori) a trovare anch'egli spunti di novità fra le pieghe del prodotto più studiato per eccellenza. Eppure le facce restavano le solite di chi, rassegnato, ben poco di nuovo si aspetta. Ma perchè ?
Il perchè lo sanno i "cognitivisti" , caro lettore (da Wikipedia: psicologia cognitiva).
Quelli che ritengono che la psicologia dell'individuo passi attraverso la percezione che uno ha delle cose. E' come se una realtà indiscutibilmente oggettiva non esistesse. Fatta di stimoli fisico-elettrici che toccano i nostri organi di senso, tradotta a livello psichico da un insieme di processi definiti "trasduzione", la realtà esteriore viene quindi elaborata, classificata e confrontata con le esperienze apprese che fanno la nostra percezione. Ciò che viene percepito dunque, non è una realtà vera ed assoluta, bensì il suo confronto con la rappresentazione mentale che ognuno si è creato nella testa. Allora comprendi, caro collega, perchè guardai con meraviglia la macchinetta di Michele.
Le esperienze che ognuno di noi memorizza, sono allo stesso tempo sia l'indispensabile ancoraggio dello stare al mondo, sia ahinoi, il freno alla scoperta delle novità della vita. Di ogni cosa, di ogni occasione, ti sei già fatto e visto un film perchè è come se nel cervello avessii una cineteca davvero ben fornita.
Dichiarare la guerra all'ovvio, alle cose che nella nostra testa stanno come cose ormai scontate, trite e ritrite. Basterebbe questo per essere essere un bel pezzo di quell'ideale manifesto programmatico del "Il Venditore Meraviglioso" del 3° millennio. Continuare a meravigliarsi come un bimbo, per poter meravigliare. Tutto può partire solo dalla consapevolezza di come noi esseri umani siamo fatti e come funziona la nostra mente. Anche a ciò mira il nostro piccolo sforzo di scrivere. A che tu, caro lettore, non resti mai quello di ieri non solo per merito dell'accresciuta conoscenza. Ma anche perchè nuovi spunti di riflessione e nuovi dubbi sono nati nelle tue più radicate convinzioni. (Maggiorino Guida, riproduzione riservata)
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