domenica 25 marzo 2012

"FANCAZZISMO": CAUSA O EFFETTO ?

Così etichetta lo slang dei venditori il dolce far niente: "fancazzismo". Per tutti gli altri lettori, spiego che è il tempo che dovrebbe essere destinato al lavoro, in particolare a quello "attivo di vendita" o quanto meno a programmarsi gli appuntamenti ed invece è speso in tutt'altro. Questo caso è perfettamente mutuabile, ad esempio, col mondo della scuola e gli studenti. Il tempo speso davanti alla TV o al PC pare faccia diminuire il rendimento scolastico, proprio com'è acclarata convinzione che attività secondarie, "ladre di tempo" perchè non coerenti con l'obiettivo commerciale , producano pochi appuntamenti di lavoro e quindi poco profitto. 
Dietro l'apparenza, la moderna ricerca psicologica ci porta invece ad approfondire ("I processi cognitivi" di Nicoletti e Rumiati, Ed. Il Mulino, pag. 23 e segg.). Infatti essa distingue le teorie intuitive o "ingenue" da quelle scientifiche basate sulla sperimentazione. Tempo alla TV e rendimento scolastico sono stati infatti frequentemente oggetto di studio. L'attività di ricerca parte dall'assunto di un'ipotesi da dimostrare, individuando le variabili (indipendente/dipendente) che potrebbero essere legate da un rapporto di causa effetto. 
L'errore che facilmente può essere commesso è dare per scontato quale causa-effetto un rapporto invece di pura correlazione. Questo è l'interrogativo che si è posto l'indagine che ha riguardato gli studenti. Lo scarso profitto potrebbe essere non l'effetto del tempo speso alla TV, forse invece potrebbe esserne la causa, forse addirittura potrebbero entrare in gioco altri fattori ad influenzare le variabili apparentemente principali. 
Tornando a noi "commerciali", il buffo quanto famigerato "fancazzismo", potrebbe dunque essere effetto e non causa di bassa produttività e le motivazioni da ricercare altrove. 
Ruolo, pane, onore ed onore per manager, supervisori, o quant'altro titolo si voglia dare ai capi-vendita. In contesti economici e professionali indiscutibilmente impegnativi, sfiducia e frustrazione, ad esempio, potrebbero invece troppo in fretta essere etichettate quali alibi. 
A ciò può porre rimedio l'attenta analisi delle motivazioni di ognuno attraverso colloqui "alla pari", franchi e neutrali.   
"Fare meglio le cose!"  Così disse nel "manifesto programmatico" di inizio anno il nostro District Manager Gianni Gogna. Forse non è del tutto scontato che capovolgendo l'ordine dei fattori, fra quantità e qualità, il prodotto non cambi. Ed in meglio, chissà. A voi cari lettori, affido nuove strade e nuovi dubbi. Vivaddio! Senza  di essi il mondo sarebbe ancora quello delle Colonne d'Ercole ! (Maggiorino Guida, riproduzione riservata)

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