Vogliamo fare a..."chi più ne ha, più ne metta" in questo torrido agosto ? Mario Monti dichiara guerra all'evasione fiscale, mentre, come recita un giornale, i tanti contribuenti onesti (fra questi milioni di lavoratori dipendenti, aggiungo io) dovrebbero dichiarare guerra a lui!
Sono essi in primis a pagare lo scotto della "spending review" che impatta inevitabilmente su quello che è rimasto del welfare. Lo Stato, per un assunto kelseniano riparafrasato, tutto può, se vuole. Quanto convinta è stata sin qui da noi la lotta all'evasione, alla criminalità, al malaffare e alla commistione fra politica ed interessi privati ? Ci voleva un Prof. della Bocconi ? E quante patacche sono state servite agli Italiani utilizzando la TV, anche quella di Stato, a servigio dell'adescamento pubblicitario ?
Lo Stato tutto può se vuole, ma la storia assegna sempre ai suoi cittadini la ricerca di un nuovo ordine sociale.
Abbiamo mentalmente "archiviato" Madoff, vero ? La sua catena di Sant'Antonio ? Ripensateci. Col senno di poi non vi insospettisce quell'etichetta di solitaria canaglia ? Infatti Madoff non chiude un ciclo, anzi.
Aperto a cavallo del nuovo secolo con i grandi fallimenti di Enron e Worldcom che, fu scritto, si rivelarono delle autentiche "scatole vuote" (qualche lettore lo confessi che se ne era scordato di queste due!), possiamo dire che il "buco Parmalat" e l'implosione di Lehman Brothers, riviste e corrette, siano solo un inesorabile punto di passaggio.
Dopo i magistrati di Trani, piccolo avamposto di provincia, altre procure e altre nazioni ora pongono la lente d'ingrandimento sull'operato delle agenzie di rating.
Mentre è scoppiato lo scandalo del "Libor": forse alcune "authorities" sapevano. Alcune banche sono ree confesse, stando ai giornali avrebbero già patteggiato la "pecunia". Come se bastasse una multa per riprendersi la faccia!
Sembra proprio di essere dentro quell'album di Antonello Venditti del lontano 1988, il cui titolo era, ahinoi, un tragico vaticinio: "In questo mondo di ladri".
E noi che si fa, cari colleghi promotori e cari colleghi (ancora) allo sportello? Siamo quelli che stanno fra l'incudine e il martello. E possiamo affermarlo con orgoglio. Perchè, euro sì o euro no, ogni giorno i giornali ne scrivono una, siamo quelli che detengono la concreta "prossimità" del rapporto coi clienti.
Quelli che hanno un nome e cognome, quelli in carne ed ossa. Non i clienti come massa che fanno numero per il marketing e le ricerche di mercato.
Gustavo Zagrebelsky, giurista emerito, in passato presidente della "Consulta", definisce la Costituzione col termine di "diritto mite", essendo clamorosamente priva, almeno qui in Italia, della forza coattiva delle leggi per così dire ordinarie. Io aggiungerei un significato meno formale: il diritto dei "buoni propositi".
Perchè l'articolo 47 della nostra Costituzione sono oltre sessant'anni che così recita:
"La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme; disciplina, coordina e controlla l'esercizio del credito.
Favorisce l'accesso del risparmio popolare alla proprietà dell'abitazione, alla proprietà diretta coltivatrice e al diretto e indiretto investimento azionario nei grandi complessi produttivi del Paese"
Perciò orgogliosi di essere fra l'incudine e il martello. Quell'auspicabile nuovo ordine sociale, per quel che compete al risparmio e ai suoi mercati, passerà anche per chi ha saputo prendersi la sua concreta fetta di responsabilità. Aziende e soprattutto uomini. Ed esserci. Nel momento in cui i risparmiatori più ne hanno sentito urgente bisogno. Lì non sempre ci trovi tutti: nè le Aziende, nè le Autorità. (Maggiorino Guida, riproduzione riservata)
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