Comunicazione, vendita & negoziato per l'opinione pubblica, la cultura, le istituzioni
venerdì 31 dicembre 2010
TAGLIO TRIPLO
mercoledì 29 dicembre 2010
CONVENGONO...I CONVENEVOLI ?
Vi posso fare una confidenza ? Considero i messaggini SMS preconfezionati che ci inondano la memoria del cellulare a Natale (grazie alle offerte ad hoc dei gestori telefonici) quasi alla stregua dello spam che intasa la posta elettronica o, peggio, le “catene di Sant’Antonio”.
Ritengo comunque cortese rispondere con un testo digitato al momento, che preveda una pur minima personalizzazione. Che inizi quindi con “caro” ed il nome del mio interlocutore e che contenga poche parole ma veritiere di ciò che provo per lui.
Ebbene cari lettori, ogni essere umano è fatto veramente a modo suo. Ha però un’innata percezione delle formalità, intese come inutili "cerimonie". Altresì ama ricevere una seppur minima attenzione, una sorta di esclusiva. Secondo il Maestro Dale Carnegie, la parolina magica che ne apre la disponibilità, altro non è che il proprio nome di battesimo. Gli esseri umani, ebbene sì, amano sentirsi chiamare per nome. Intendo il nome, non tanto il cognome. Quest’ultimo se non preceduto da un titolo seppur minimo (Signor Guida) e seguito dal “lei”, da taluni può essere percepito come un vecchio retaggio dei banchi di scuola. Ammettiamolo, grandi gli Inglesi con il loro "Mister" ! Nella loro grammatica, come sapete, "you" si adatta in automatico al tono e alla circostanza, diventando al contempo i nostri "tu", "voi", "lei".Lo lessi in un libro e mi ci ritrovo perfettamente: “Come stai, Guida ?” poco ci manca che mi faccia l’effetto dell’antico “Guida, vai alla lavagna !" :-)
L’arte di ascoltare, è stato già argomento di questo blog. Far parlare di sé il cliente e farlo con sincera, umana predisposizione agli altri è il cosiddetto “tasto rosso” della vendita di cui parla pure il guru Jeffrey Gitomer nella sua “bibbia”.
sabato 25 dicembre 2010
giovedì 23 dicembre 2010
ITALIA PAPERONA...DE PAPERONI !
domenica 19 dicembre 2010
BANCA....ROTTA !
mercoledì 15 dicembre 2010
AMOR CH'A NULLO AMATO AMAR PERDONA
Quella è “la domanda” per eccellenza. Me la posi alcuni mesi fa, quando, a 50 anni, ho sentito suonare una specie di campanella, come fosse l’ultimo giro. Da quel giorno la risento spesso e comincio ad interrogarmi veramente: Maggi, quel che fai, perché lo fai ?
Allora è giusto che io dichiari pubblicamente la mission de “Il Venditore Meraviglioso” ed anche lo spirito con il quale vivo le mie giornate, il lavoro con colleghi e clienti, finanche i corsi che la Mediolanum Corporate University mi chiama a tenere.
"Abbiamo unito la tradizione col futuro. Per noi vendita e banca sono un nuovo modo di essere, gioia di vivere, rispetto per gli altri. Vogliamo esserne testimoni presso i colleghi. Ambasciatori presso l’opinione pubblica, la cultura, le istituzioni"
Da ciò anche il titolo di questo post. Il verso scritto da Dante nel canto V dell’Inferno, dedicato a Paolo e Francesca, ha parole affascinanti anche perché il loro significato, per tanti studiosi, è ancora un pò misterioso. Secondo alcuni, Dante ha inserito nelle parole una doppia chiave di lettura, ad incastro.
L’amore non consente a colui che è amato di non ricambiare, non solo, neppure gli concede di poter amare altri. Non glielo perdona.
Versi dunque che si adattano perfettamente anche alla vendita del 3° millennio, come la intende questo blog, al “io vinco-tu vinci” col cliente.
Caro Collega, se avrai premure, attenzioni per i tuoi clienti, se amerai davvero quelle persone, procurando loro “valore aggiunto”, essi non potranno non ricambiare. Premiando il “venditore meraviglioso” con una fedeltà a prova di concorrenza, qualunque sia la sirena della pubblicità o notizia che esca sui mercati ! Sottometti sempre i tuoi obiettivi di vendita alla loro vita, gli interessi e le speranze.
Dedicato a Daniela Cipri che ho incontrato nella versione “Facebook” del blog. Ella lasciò il settore qualche anno fa per dedicarsi all’attività imprenditoriale di famiglia. Maggi, mi ha detto, dopo la nostra Azienda, nessun' altra. Quello che abbiamo vissuto, ciò che abbiamo fatto e condiviso resterà per sempre !
martedì 14 dicembre 2010
WORDPRESS....TOO !
sabato 11 dicembre 2010
COSE CHE VALGONO UN CAPITALE
Mariano mi parlò di Pierre Bourdieu, filosofo e sociologo francese (1930-2002) e della sua teoria sul capitale. Riassumendo, potremmo dire che Bourdieu vada addirittura un pò oltre Marx, distinguendo quattro forme principali di capitale:
1) Capitale economico, come comunemente intendiamo denaro, beni ecc.
3) Capitale culturale, comprendente lingua, letteratura, storia , usi e costumi, finanche il gusto, la cucina, la moda
4) Capitale simbolico, cioè simboli e concetti rappresentativi dell’individuo o un’intera società (la reputazione, il rispetto, l’onore ecc.) e le loro componenti “mediatiche”
I vari “capitali” secondo Bourdieu sono intercambiabili e questo è più facilmente percepibile nella società moderna. Prendiamo solo l’esempio più evidente: la montagna di soldi che vale il “networking” globale (Facebook, Google ecc.) !
Mentre conversavamo, mi collegai mentalmente al nostro lavoro, la nostra azienda. A come il capitale sociale e quello culturale abbiano prodotto in tempi relativamente brevi un capitale economico rilevante.
Considerazioni che, metabolizzate dopo qualche giorno, mi portano a pensare al futuro del “Venditore Meraviglioso” e della sua specie.
A come questo mestiere, dalla nascita, possa essere intrapreso minimizzando l’influenza che esercitano sull’individuo le “differenze di classe” (anche di questo si occupò Bourdieu) e la disponibilità economica.
Penso a quante “giornate informative” ho tenuto, ai colloqui, pure a Jeffrey Gitomer. Il guru con.... la pelata è solito dire più o meno: da qui all’anno prossimo, il gradino dove arriverai dipende dai libri che leggerai e quante e quali persone incontrerai.
E penso a quanto può essere grande il capitale simbolico, almeno come lo intendiamo noi. Il senso di appartenenza e lo spillino ad esempio. Le Convention, la legge dei "3 Sì", "Piccolo Fratello". Il rispetto che va ben oltre quello "deontologico" perchè è il rispetto assoluto per gli altri, in primis i più deboli.
venerdì 10 dicembre 2010
mercoledì 8 dicembre 2010
COSE TERRIBILMENTE....UTILI ! (Quick-Links)
sabato 4 dicembre 2010
SINONIMI O CONTRARI ?
Conoscendomi come un accanito lettore, l’anno scorso Salvatore Pierro mi commissionò una rassegna stampa che nell’arco temporale di un trimestre potesse verificare ed eventualmente dimostrare, in tempi tanto ristretti, eventuali, palesi contraddizioni della stampa, soprattutto nei suoi titoli, per così dire ad effetto. Il Divisional ebbe un’intuizione azzeccatissima perché la documentazione a comprova che produssi fu sbalorditiva (Convention di Salerno, luglio 2009).
Se per significato i termini “sinonimi” e “contrari” sono agli antipodi, di fatto pareva che non lo fossero per la carta stampata. Ed infatti titolai la rassegna stampa “Sinonimi o contrari ?”.
La stampa è un po’ come la pubblicità, porta il consumatore/lettore in una grande “Matrix”. Chi non ha visto il film pluripremiato uscito nel ’99 ? Matrix è la madre di tutti i luoghi comuni, ove tutto può essere vero e allo stesso tempo illusorio, pur senza un inganno premeditato e senza illecito. Ne vuoi una recente sull’effetto dei titoli di giornale ? Milano Finanza di sabato 20 novembre 2010, nella rubrica "portafoglio" a pagina 51. Lucio Sironi titola “Italiani superliquidi, più rischi che benefici”, argomentando che il parcheggio a breve di importi ben oltre il necessario può far perdere al risparmiatore il treno dell’eventuale, forse pure inevitabile, ripresa dei mercati azionari. Il Sole 24 Ore, nell’allegato “Plus” di appena una settimana dopo (sabato 27/11), a pagina 5, gli fa da eco diametralmente opposto: “Il privilegio della liquidità”. Ciò, a proposito della buona finestra d’acquisto venutasi a creare sui mercati obbligazionari, in particolare i titoli di stato, con la crisi irlandese.
Allora, caro lettore, meglio comprendi assieme a me la forza mediatica dei luoghi comuni. Il consumatore percepisce come oggettiva una realtà che forse esiste solo dentro.... Matrix !
In campo finanziario equivale a credere come valore assoluto ed oggettivo nella cosiddetta “consulenza indipendente”, nel “multibrand”, nella gestione del portafoglio fai da te con i la "convenienza" degli ETF !
Occhio a Matrix ! Io che qualche ETF ce l’ho davvero in portafoglio, solo anni dopo mi accorsi che non ci avevo capito una mazza, almeno dal punto di vista fiscale ! Caro lettore prova a studiarti per bene quanto cervellotica ne è la tassazione, il cui “innocente” 12,50%, è un’altra…..Matrix ! Ricordo un altro grande insegnamento. Quello di Claudio Fontanini. Mai aprire la giornata con i titoli dei quotidiani o del telegiornale. Se proprio ti vuoi leggere i giornali, Claudio nei suoi proverbiali "caminetti" ancora consiglia: fallo di sera !
E così ti spieghi perché non bastano 5.000 venditori e una TV, ma occorre “quella linea” fatta di persone. Sono quarant' anni che quel tale di nome Ennio fa la guerra a Matrix !
venerdì 3 dicembre 2010
martedì 30 novembre 2010
IL CERVELLO GIOCA BRUTTI SCHERZI
lunedì 29 novembre 2010
MAGGI....LEAKS !
domenica 28 novembre 2010
BARABBA, BARABBA !
Basti pensare al più nobile fra gli uomini per la cristianità, Gesù, e ai suoi adepti più stretti, gli apostoli che erano appena in 12. E' storia come andò a finire: di questi, uno lo rinnegò (Pietro), mentre Giuda arrivò addirittura a tradirlo. Ed anche la folla, messa di fronte alla scelta, sapete bene chi preferì. Caspita quant’è vero quel proverbio “fai del bene e scordalo".
AGGIUNGI UN POSTO.... IN LIBRERIA !
giovedì 25 novembre 2010
LA MAPPA DELL'ISOLA CHE NON C'E'
questo è il cammino
e poi dritto
fino al mattino.
Non ti puoi sbagliare perché
quella è l'isola che non c'è
I versi della canzone di Edoardo Bennato mi riportano al luogo immaginario dove vive il leggendario Peter Pan, personaggio ideato da James Matthew Barrie ai primi del ‘900. Mi danno lo spunto per riprendere riflessioni fatte con un collega in merito ai cosiddetti “luoghi comuni” della mente umana. Quel mondo della percezione, piuttosto che della vera comprensione. Bombardato da milioni di bit al secondo, il cervello ha imparato a ragionare per “sintesi”, creando dei cassetti pronti all’occasione per rassettare le idee, imbellettarle, senza interrogarle veramente.
Caro lettore, che effetto ti fa il concetto di “attenzione all’uomo” ? Sfido che queste parole conducono la tua mente ad alti ideali, nobili visioni…..molto indefinite ! Se pensi un attimo che “attenzione all’uomo” è anche quella dell’anonimo borseggiatore su di un mezzo pubblico, allora ridacchiando mi confesserai di non averci mai pensato. Perché un lungo comune è un luogo ove tutti vanno, ma veramente non ci trovi mai nessuno.
Fai conto che sia lo zoom della tua macchina fotografica. Il grandangolo ti consente di accogliere un intero paesaggio, ma solo la funzione “macro” ti fa cogliere il dettaglio. Come la differenza fra il parlare in pubblico e il colloquiare.
Che c’entra tutto ciò col “venditore meraviglioso” ? La vera attenzione all’uomo non la trovi nel luogo comune, nei messaggi mediatici, nella pubblicità, a volte pure nelle frasi fatte del "capo".
mercoledì 24 novembre 2010
BENVENUTA IN ITALIA, AMAZON !
martedì 23 novembre 2010
S.P.V.= Scelti-Per-Vincere (classworks)
lunedì 22 novembre 2010
SPECIALE BANCHE ONLINE
domenica 21 novembre 2010
E IL SUPERVISORE DIVENNE....O'COACH !
Sulle note a tutto volume e trascinanti dell’attualissimo remix di “Tu vuò fa l’americano” di Renato Carosone (dopo un primo sbigottimento generale in MCU, abbiamo contagiato finanche l’aula accanto !), si è conclusa venerdì scorso la mia settimana in sede quale relatore del corso “Diventare Supervisore”. Anche questa volta il bagaglio di esperienze che mi porto a casa è ricco, di gran spessore umano e professionale. La sigla di chiusura stessa regala una sorta di motto che fa anche da giusto titolo al post: "Comme te po' capì chi te vò bene, si tu le parle 'mmiezzo americano?" E' di mio pugno la naturale conseguenza: E il Supervisore divenne….o'Coach !
E' quasi il leit motif dell'intero corso: se il “luogo comune” ci contiene in tanti e conoscerlo può servire per esserci ed attrarre, solo l’attenzione all’uomo, il reale interesse per chi abbiamo di fronte, il parlare la sua stessa lingua, consente nelle relazioni personali di cogliere i dettagli che fanno la differenza. Per farci un’idea chiara della situazione e trasmettere concetti univocamente comprensibili a chi ci parla. Per sostenere e magari dare qualche piccolo consiglio, solo fosse per vedere al prossimo incontro se ha funzionato !
Nulla sarebbe accaduto senza i miei 14 preziosi compagni di lavoro cui va un grazie enorme per tutto il nuovo know-how che mi sono messo in valigia:
Care Laura & Mariastella, cari Alberto, Alessandro, Diego, Fabio, Federico, Leandro, Marco M.,Marco Z., Nicola,Simone, Stefano e Vincenzo !
Quante nuove metafore, nuove “rivisitazioni esperienziali” abbiamo estratto dalle esercitazioni ! L’elenco è sicuramente parziale, sto ancora rovistando fra gli appunti, le emozioni e i nostri "lampi di genio":
- I tempi di Re Salomone
- Doti ed Antidoti
- I have a dream
- Il giorno del Ringraziamento
- Vision e punti di vista
- L’attaccabottoni
- Nel luogo che non c’è….ci van tutti
- Macro & Micro
- Decidi Davvero
- Cosa mi porto a casa ?
- Il Profeta scese da cavallo
- Peak state fra disciplina e costanza
- La prima esperienza di….Adamo ed Eva
- Mai più sì però
- Specchio, specchio cortese
- I guardiani del tempo
- Dacci oggi il nostro pane quotidiano
- Il magazzino del tempo e le sue chiavi
- Il presente ha sempre un prima e un dopo
- Time In & Time Out
- Curiosità assertiva: io che ci guadagno ?
- Il primo passo: chi (ben) comincia è a metà dell’opera
Cari Colleghi, In valigia ho anche il libro che mi avete regalato e le molte dediche affettuose. Una fra tutte, quella sul “dono dell’incantatore” ravviva il mio sogno, la passione e forse anche la visione che ho del futuro. Grazie ! Ora tocca a noi, al nostro quotidiano, l’unico momento in cui siamo certi di vivere davvero.
sabato 20 novembre 2010
CHI AMA, NON DIMENTICA !
Conobbi Giovanni una sera di luglio del 1986 ai tavolini con vista sul mare dell’allora bar-birreria “Le Lucciole” a Vico Equense. Il caso volle che fossimo della stessa classe non solo anagrafica ma, pure aziendale. Entrato in Programma Italia giusto qualche settimana dopo di me, erano ancora in corso le formalità amministrative della sede, che Giovanni aveva già contratti da mandar su pur essendo ancora senza codice agente.
Quindi presi io in carico quei contratti, inserendo i miei dati nello spazio riservato all’agente.
Ai Colleghi che leggono, racconto che Giovanni è stato sicuramente il primissimo “bancario ante litteram” della nostra Divisione, provenendo pur giovanissimo dagli sportelli della piccola, gloriosa “Banca Stabiese”. Animato dal suo sogno, Giovanni piantò il posto e lo stipendio per venire da noi. Di più, superò anche le quasi furiose obiezioni della mamma che gli dava del matto.
Io che di Giovanni avevo soltanto la gioventù, lo ebbi spesso vicino quale supervisore “putativo” anche in trattativa. In un’indimenticabile sera d’inverno si superò con un tale, Pietro, che gestiva un bar. La trattativa durò quasi tre ore, Pietro e Giovanni si divertirono, affini per carattere, finanche si piacquero nel guerreggiare cavallerescamente. Fu un fuoco di fila di obiezioni e controbiezioni. Giovanni parve arrendersi, salutò, uscimmo. Pochi metri e si impuntò. Lo vidi riflettere, incredibile....ci ripensò. Tornò sui suoi passi e ricominciò daccapo. A Pietro tanto piacque quell’umana forza della natura che sorrise di gusto a quel “coup de theatre” degno di “Beppone e Don Camillo” e dopo alcuni chiarimenti davvero marginali si arrese e firmò. Lui infatti si era già arreso al solo vederlo rientrare !
mercoledì 17 novembre 2010
BANCA FAMIGLIA RICCHEZZA D'ITALIA
martedì 16 novembre 2010
UNA CARTOLINA DA MCU
domenica 14 novembre 2010
LE DISCORDANZE....ASSERTIVE !
Eppure, se ci riflettiamo bene, tutta l’esistenza si crea e si sviluppa su “differenze” e “dualismi”.
Nella Bibbia troviamo il libro detto dell’Ecclesiaste (dal greco: radunante), dallo pseudonimo di un autore ignoto che secondo alcuni studiosi avrebbe raccolto parole di Re Salomone. Esso ebbe in origine finalità pedagogiche, riguardando la vita dell’uomo e l’ineluttabilità dello scorrere del tempo attraverso le famose “coppie di contrari” (un esempio positivo affiancato dal suo omologo specularmente negativo). Ne riporto alcuni passi:
- Per tutto c'è il suo tempo, c'è il suo momento per ogni cosa sotto il cielo;
- Un tempo per nascere e un tempo per morire; un tempo per piantare e un tempo per sradicare ciò che è piantato;
- Un tempo per uccidere e un tempo per guarire; un tempo per demolire e un tempo per costruire;
- Un tempo per piangere e un tempo per ridere; un tempo per far cordoglio e un tempo per ballare;
- Un tempo per gettar via pietre e un tempo per raccoglierle; un tempo per abbracciare e un tempo per astenersi dagli abbracci;
- Un tempo per cercare e un tempo per perdere; un tempo per conservare e un tempo per buttar via;
- Un tempo per strappare e un tempo per cucire; un tempo per tacere e un tempo per parlare;
- Un tempo per amare e un tempo per odiare; un tempo per la guerra e un tempo per la pace.
Il Corano non è da meno nei suoi versetti. Un esempio su tutti nella Sura 51, Adh-Dharyat (I venti che soffiano). Riferendosi in particolare all’uomo e alla donna, così recita il vesetto 49: “Di ogni cosa creammo una coppia affinchè voi possiate riflettere”.
La corrente elettrica, potrebbe essere considerata una sua immediata rappresentazione nel campo della fisica. Essendo (da quanto ricordo !) un flusso di elettroni, generato da una differenza di potenziale fra un polo positivo e uno negativo.
Una differenza di vedute o un più marcato disaccordo è quindi terreno di sperimentazione per l’assertività. Da lì nascono anche le nostre cosiddette “tecniche di vendita” o quelle più generali di “negoziato” e “persuasione”.
Tanto importante è dosare le chiacchiere che, sempre Carnegie aggiunge ed io confermo (eccome, confermo !): per avere la meglio in una discussione, spesso la soluzione migliore è di evitarla !
giovedì 11 novembre 2010
IL SALVADANAIO DI NOMURA
Beh, che dire, Lucì, l’etichetta di questo blog non contempla la politica. E' innegabile però che siano molti gli attori sulla scena ed ognuno per giunta pare tirare il cittadino per la giacca. Dallo "Stato-Croupier" fino alle banche e compagnie di assicurazione !
I “resti della spesa” fanno non solo "gola" ma, anche storia in economia. Abbiamo già parlato della famiglia italiana del dopoguerra, la grande fabbrica del risparmio. Gli spiccioli hanno trainato, ad esempio, anche la poderosa ripresa del Giappone dopo lo sfascio della seconda guerra mondiale. Il risparmio privato, indirizzato attraverso i fondi di investimento al mondo delle imprese, fece da grande volano all’economia.
Negli anni '50 la Nomura si inventò i famosi “salvadanai da un milione di ryo” dal nome dell’antica moneta giapponese dell’era "pre-Meiji" (dal 1600 circa alla fine dell’800). La campagna commerciale ebbe un grande successo. Dieci anni dopo i salvadanai in circolazione erano più di un milione.
E allora ripenso alla nostra “Legge dei 3 Sì” (Cliente-F.B.-Azienda) e a quella caratteristica unica dei piani di accumulo di aggiungerne un 4°. Lo dissi a Salerno quel giorno che fu presentato il “Quaderno del PAC”. La garanzia di assicurare un flusso costante di risorse dal soggetto "famiglia" a quello "impresa", chiudendo quel circolo virtuoso che congiunge (o dovrebbe…) la finanza all’economia.
domenica 7 novembre 2010
DACCI OGGI IL NOSTRO PANE QUOTIDIANO
Come mai, secondo voi, la traduzione dall’antico aramaico (Luca narra che Gesù stesso insegnasse questa preghiera ai discepoli), riferendosi al “pane quotidiano”, dice “oggi” e non pure “domani” o meglio ancora “per sempre”, come diciamocelo, potrebbe tornar comodo supplicare ? Non vi pare singolare che il “Padre Nostro” si limiti alle necessità del presente ?
Gesù stesso aggiunge nel Vangelo secondo Matteo: ”Non preoccupatevi dunque del domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso. A ciascun giorno basta la sua pena”.
Fra passato, presente e futuro, la grande verità è che solo nell’oggi noi decidiamo le sorti della nostra vita. Dunque anche quella professionale.
Il passato per il “Venditore Meraviglioso” è tesorizzare oggi l’esperienza di ieri. Più in avanti nel blog, ora c'è solo il tempo di accennarne, non mancherà certo l’occasione di parlare del “Ciclo di Kolb” e di come nella vita non si finisca mai di imparare (Lifelong Learning).
Il futuro è coltivare oggi quei sogni cui dare via, via una vision sempre più definita attraverso il conseguimento di obiettivi che valga davvero la pena di porsi (useremo e spiegheremo cos'è l’acronimo "S.M.A.R.T." più in appresso).
Il presente è la quotidiana sfida alla procrastinazione, al viziaccio di rimandare al domani. “Get this done !”, tradotto “Detto, fatto !” è una sorta di “scuola di pensiero” che l’americano David Allen ha tradotto in un libro edito in Italia da Sperling & Kupfer. Ne ha parlato il Corriere della Sera di sabato 30 ottobre che mi ha prontamente segnalato “Sire” VincenzOne De Angelis.
L’importanza dell’oggi, come unico momento in cui siamo vivi davvero e di cui valga la pena farsi carico, è testimoniata anche da una famosa poesiola di Papa Giovanni XXIII. La riporto a seguire. Notate quanti consigli utili per gestire al meglio la nostra giornata. Buona lettura !
SOLO PER OGGI
1) Solo per oggi cercherò di vivere alla giornata, senza voler risolvere i problemi della mia vita tutti in una volta.
2) Solo per oggi avrò la massima cura del mio aspetto: vestirò con sobrietà, non alzerò la voce, sarò cortese nei modi, non criticherò nessuno, non cercherò di migliorare o disciplinare nessuno tranne me stesso.
3) Solo per oggi sarò felice nella certezza che sono stato creato per essere felice non solo nell'altro mondo, ma anche in questo.
4) Solo per oggi mi adatterò alle circostanze, senza pretendere che le circostanze si adattino ai miei desideri.
5) Solo per oggi dedicherò dieci minuti del mio tempo a sedere in silenzio ascoltando Dio, ricordando che come il cibo è necessario alla vita del corpo, così il silenzio e l'ascolto sono necessari alla vita dell'anima.
6) Solo per oggi, compirò una buona azione e non lo dirò a nessuno.
7) Solo per oggi mi farò un programma: forse non lo seguirò perfettamente, ma lo farò. E mi guarderò dai due malanni: la fretta e l'indecisione.
8) Solo per oggi saprò dal profondo del cuore, nonostante le apparenze, che l'esistenza si prende cura di me come nessun altro al mondo.
9) Solo per oggi non avrò timori. In modo particolare non avrò paura di godere di ciò che è bello e di credere nell'Amore.
10) Posso ben fare per 12 ore ciò che mi sgomenterebbe se pensassi di doverlo fare tutta la vita.
venerdì 5 novembre 2010
SOLO PER I TUOI OCCHI
mercoledì 3 novembre 2010
QUESTO VINCE, QUESTO PERDE
Come spesso accade, per necessità di cassa, ecco un esempio da manuale di statalismo double-face. Sul comodo terreno dei suoi principali monopoli (tabacchi e giochi), uno Stato passa con disinvoltura da censore a istigatore dei vizi dei cittadini. Anche in quest’ultimo caso, "giochi di sorte legati ai consumi", necessità si fa virtù. Da una parte il legislatore parrebbe propenso ad incentivare ulteriormente la previdenza ormai "sostitutiva", finanche introdurre l'educazione finanziaria nelle scuole elementari (sic !).…dall' altra lo sorprendi idealmente quasi a rovistarti nelle tasche.
domenica 31 ottobre 2010
IL CACCIATORE DI SGUARDI
La neurologia moderna ha dimostrato che il sorriso, intervenendo a mò di ginnastica su particolari muscoli della faccia, stimola la produzione di endorfine, sostanze neurotrasmettitori del cervello legate alla percezione del benessere psicofisico. Allo stesso tempo, accanto al saper fare della buona autoironia quando occorre, è uno strumento naturalmente usato dai comunicatori più assertivi perché riflette sulle persone che incontrano affetto, gratitudine, simpatia e buonumore. Al giorno d'oggi, una personalità troppo seriosa e "tuttologa" rischia di essere più tollerata che veramente accettata.